venerdì 22 gennaio 2016

Siamo stati sfidati a riprodurci!

Gli ultimi tre giorni sono stati una gimcana di emozioni. Non sempre positive... anzi.

Martedì mio marito ha fatto lo spermiogramma e purtroppo ne è emerso che apparentemente il motivo per cui fino ad ora non sono rimasta incinta è che lui ha pochi spermatozoi e lenti. Solo 1,6 milioni sono mobili.
Ho mandato il risultato dello spermiogramma alla mia ginecologa storica che però, per via della lontanaza da casa non è più il mio punto di riferimento, e ad un amico di mio padre, anche lui ginecologo. Quest'ultimo è stato il primo a rispondermi e non ci ha prospettato un bel divenire. Secondo lui le possibilità per me di restare incinta con questi numeri sono non impossibili ma improbabili e, oltre a rivolgerci ad un andrologo per capire il problema (varicocele o infezione) avremmo dovuto orientarci verso la pma...

Non vi dico come stavamo io e mio marito. La sera di martedì è stata orribile.
Eravamo tutti e due molto giù. Ovviamente lui credeva di non avere nulla prima di fare l'esame, e anche io sono rimasta abbastanza sorpresa. L'idea di fare cure ed eventuale pma all'improvviso gli sembrava troppo. Io mi sono scoraggiata ancora di più davanti al suo disappunto e alla sua delusione e non mi sono saputa trattenere dal piangere (purtroppo sono una persona emotiva e le cose non me le riesco a tenere dentro. Da qui il blog.).
Il giorno dopo sento mia madre al telefono che cerca di incoraggiarmi e consolarmi come può. Ma io piango, piango tanto e sono quasi inconsolabile. In realtà era stata la reazione di Marito a buttarmi giù, tanto da aver dormito pochissimo quella notte. Però, poco dopo, mi arriva un suo messaggio inaspettato dove mi dice che è disposto a fare tutto il possibile per realizzare il nostro sogno, e che non si tirerà indietro, perchè non vuole lasciare nulla di intentato per poi pentirsene in futuro. E lì mi sono sentinta subito rincuorata e felice di avere un uomo del genere al mio fianco.

Giovedì ho avuto finalmente l'incontro con il nuovo ginecologo. Già mentre mi recavo al poliambulatorio mi sentivo serena. Non so spiegare. L'agitazione mi aveva abbandonata e aveva lasciato posto alla Fede che ha sempre caratterizzato ogni momento, bello o brutto, della mia vita. Ma ve ne parlerò in un altro post.

Arrivo al poliambulatorio e trovo abbastanza facilmente lo studio del dottore C. Praticamente non attendo nemmeno qualche minuto che il dottore mi fa entrare.
Subito la percezione che ho avuto di lui è stata di un uomo dolce, delicato. Mi ha ascoltata attentamente, rispondendo a tutte le mie preoccupazioni e domande.
Sono partita ovviamente con lo spermiogramma di Marito. Lui lo ha guardato e io già temevo che anche lui mi desse speranze nulle come l'amico di mio padre. Invece mi dice che sì, i valori sono un po' negativi, ma che gli spermatozoi mio marito li ha! E che quel 10% che si muove seppur lentamente sono comunque 1,6 milioni di spermatozoi! Ha guardato il ph alto e la presenza di leucociti e ha pensato che Marito abbia un'infezione che va semplicemente curata e forse ha un varicocele. Mi ha consigliato di andare da un andrologo ma mi ha comunque prescritto degli integratori che dovrebbero aiutare Marito a curare l'infezione e a migliorare la qualità dello sperma. Poi ha prescritto un integratore anche a me e mi ha visitata senza farmi minimamente male, cosa che invece succedeva sempre quando altri ginecologi mi hanno fatto eco transvaginali e infilato lo speculum voi sapete dove! E' stata di una squisitezza incredibile. Sono uscita dal suo studio con un sorrisone sulle faccia e ho sorriso fino a casa dove ho raccontato tutto a mio marito che si è subito sollevato di morale! Il dottore è stato ottimista ed è certo che resterò incinta senza problemi. Potremmo metterci più tempo di una coppia normale, ma ora so che ce la faremo.
In oltre, poco dopo essere tornata a casa mi arriva anche la mail della mia vecchia gine che dice anche lei che i valori non sono poi così male e che devo stare tranquilla.
E ora lo sono.

Citando un famoso telefilm "Noi non siamo sterili! Siamo stati sfidati a riprodurci!" E ce la faremo :)

sabato 16 gennaio 2016

Lettera a un bambino che è nato

Ieri ho comprato e letto tutto d'un fiato il libro "Lettera ad un bambino che è nato" di Raffaella Clementi.
Il libro è appunto una lettera a suo figlio, dove racconta il viaggio che lei e suo marito hanno percorso per arrivare ad avere il figlio, e soprattutto è una fotografia della situazione attuale della legislazione italiana sulla Pma. Il che è tutto dire.
Il suo libro mi ha commossa. Ogni volta che leggo della pma mi rendo conto di quanto amore e desiderio di dare alla luce un figlio proprio ci sia dietro la scelta di intraprendere questa strada.

"Se non riuscissimo ad avere un figlio naturalmente" ho chiesto a mio marito più volte, anche prima di inziare la ricerca "tu saresti d'accordo nell'affrontare un percorso di pma?"
La sua risposta è stata affermativa. E io ne sono stata felice, perchè anche io non mi fermerei davanti agli ostacoli che tal volta la vita ci pone davanti.
Alcune mie amiche, quando ho parlato di questa remota possibilità (perchè siamo comunque ancora all'inizio della ricerca) hanno storto un po' il naso. Loro adotterebbero, ma non ricorrerebbero alla scienza per avere un figlio. Ma qualcosa mi dice che quando cercheranno un figlio, potrebbero cambiare idea. Certo, potrei anche sbagliarmi.
Io stessa che dicevo di no all'adozione, ho cambiato idea lungo la strada, perchè ho capito che sì, è vero, io voglio un figlio da mio marito, con i nostri geni e tutto, ma ancora di più voglio diventare madre... e lo farei anche con un figlio non biologicamente mio. Ma anche questo è un discorso che è ancora lontano da noi.

Una delle mie amiche ha affrontato la pma, per ben due cicli. Nessuno dei due purtroppo ha dato i suoi frutti. E quindi ha deciso di fermarsi. Ho quindi visto un po' più da vicino cosa si prova e cosa si affronta quando decidi di avere un figlio in provetta. E ho visto anche quanto devastante sia accarezzare quel sogno, sentirlo sotto le mani, poterlo quasi stringere, e poi vederlo sfumare via.

Ammiro tantissimo le coppie, ma soprattutto le donne che decidono di affidarsi alla pma per coronare il proprio sogno. E inorridisco davanti all'ottusità dello stato italiano ancora troppo poco laico, e soprattutto davanti alla cecità della gente che pur di far valere i propri ideali cosidetti cristiani (e lasciatevelo dire da una Credente Cristiana: di cristiano non hanno proprio niente!) è disposta a tarpare le ali a chi combatte per la propria felicità ogni giorno, nei tribunali, negli ospedali o semplicemente nei luoghi di tutti i giorni come scuole e uffici. Che si ficcassero in quel posto il family day e compagnia bella...
I precious baby (così sono chamati i bimbi concepiti in provetta), così come i bambini concepiti naturalmente sono sempre bambini, e come tali, vanno amati e apprezzati, senza fare discriminazione alcuna.

Consiglio a tutti di leggere il libro della Clementi, soprattutto a coloro che non credono nella pma e vorrebbero tornare al medioevo in termini di procreazione. Se lo leggessero, o se leggessero un qualsiasi forum sulla pma, o un qualsiasi blog sull'infertilità, si renderebbero conto che spesso e non volentieri, la pma è l'unica strada per raggiungere quello che per loro è stato facile a dir poco, e di cui si lamentano anche magari perchè "è capitato, non lo cercavamo"...

Io personalmente non so Dio che percorso ha in mente per me. Non so quanti mesi ci separano da quel positivo. Ma se mio figlio sarà concepito naturalmente, non mi sognerò mai di considerarlo superiore o migliore di un bambino nato grazie alla pma.

giovedì 14 gennaio 2016

La condivisione della ricerca

All'inizio della ricerca, sicura che sarei rimasta subito incinta, non ci ho pensato due volte a comunicare alle persone a me più care le nostre intenzioni.
L'ho detto alle mie amiche, lo sanno i miei parenti, e anche qualche amico di Marito ne è al corrente. Se potessi tornare indietro mi prenderi a schiaffi pur di non rifare questo errore!
Ovviamente questo ha creato aspettative nelle persone che ne sono al corrente... le mie amiche mi chiedono notizie e novità almeno una volta al mese (guarda caso spesso e volentieri nel perido delle rosse), così come i miei genitori, o la suocera, e addirittura la nonna di Marito si informa su quando abbiamo intenzione di farla diventare nonna. Potete immaginare come mi sento tutte le volte che devo dire che per ora non se ne fa nulla.
All'inizio non era così difficile dire che per quel mese non era andata, ma adesso comincio a sentire un po' il fastidio che si insinua in me quando la fatidica domanda mi viene posta.
E soprattutto non sopporto minimamente la risposta che ricevo quando dico che non ce l'abbiamo ancora fatta... credo che chi si trovi nella mia stessa situazione sa bene di cosa parlo. Spesso e volentieri la soluzione che chi ci vuole bene (o anche chi ci conosce appena) ci propina è "ma tu non ci devi pensare. Più ci pensi più non arriva!" oppure "Devi stare tranquilla, vedrai che quando meno te lo aspetti arriva". Ora, ditemi voi, ci può stare che la mente mi giochi brutti scherzi, che mi faccia avere i fantasintomi, che per lo stress mi ritardi l'ovulazione e non si presenti per nulla, ma non riesco ad accettare che in sti cinque mesi di tentativi non ci siamo riusciti nemmeno di striscio perchè ci pensavo e me l'aspettavo! Non ha praticamente senso!
Mio padre, uomo di scienza (è un medico) mi ha detto che io la prendo troppo sul serio, che mi ci impunto troppo e che non dovrei fare gli stick di ovulazione (per chi non lo sapesse, sono come dei test di gravidanza che però servono a individuare il perioso dell'ovulazione) perchè mi causano stress...

Siccome per quattro mesi mi sono sentita ripetere le stesse cose da un po' tutti quelli a cui avevo fatto l'errore di dire che eravamo alla ricerca, questo mese, il quinto, ho detto a me stessa: sai che ti dico?! forse è un segno divino! Forse Dio mi sta parlando attraverso gli altri e mi sta dicendo che non resto incinta perchè mi ci sto fissando troppo, perchè non lascio che accada da sé. Dai, per questo mese non facciamo gli stick. Facciamo rapporti quando ci va e magari ne piazziamo qualcuno se vedo del muco fertile o se penso di essere in zona ovulazione.
E devo dire che in quanto a tranquillità, ha funzionato un po' di più, per le prime due settimane. Sono stata più serena, meno preoccupata del come va, se va. Non ho toccato nemmeno uno stick (e di questo vado molto fiera) e ci ho pensato di meno per quanto possa essere facile pensare di meno a volere un figlio. Ho capito che stavo ovulando dal dolore che sentivo e anche dal muco (scusate l'uso dei termini, ma è così che è, che vi devo dire?!) e abbiamo avuto rapporti in quei giorni e come al solito anche in altri, a seconda di quando ci andava. Ebbene... questo mese ho avuto talmente tanti fantasintomi e ben 2 giorni di ritardo che davvero credevo avesse funzionato!
Ma andiamo con ordine: dopo pochi giorni dall'ovulazione ho avuto una perditina piccolissima rosata! Perdite da impiento, ho pensato!
Poi ho avuto una nausea forte per 3-4 giorni prima dell'arrivo del ciclo. Poi ho avuto questo ritardo di 2 giorni e il seno che mi faceva male (e a me non fa mai male!). Zero brufoli! Insomma, il mio corpo si stava comportando come mai aveva fatto! Ci ho sperato quindi anche di più dei mesi scorsi, almeno nell'ultima settimana. E poi, ahaha, è arrivato il mestruo. E Amen.

Morale della favola? Forse inizierò a prendere la temperatura basale e sì, rifarò gli stick, almeno sapevo più o meno che cavolo succedeva dentro di me! Ma ovvio, lo terrò per me, perchè l'impressione che ho dai feedback della gente quando dico che uso sti stramaledetti stick è che sono pazza e che mio figlio tarda ad arrivare perchè mi fisso. Si è visto! Alla fine, stick o non stick, è il tempo che passa a farmi salire l'ansia e anche il non sapere se è tutto ok, non certo fare gli stick di ovulazione.

Ma la settimana prossima compieremo sia io che Marito un passo importante. Inizieremo ad indagare un po' di più, lui sui suoi soldatini e io sullo stato delle mie tube (perchè ho avuto due operazioni pelviche negli anni passati e non so se mi hanno causato aderenze alle tube). Magari farò i dosaggi ormonali. Insomma, vedremo questo ginecologo cosa ci dice. E sono fiduziosa. Perchè per me non ha senso continuare ad avere rapporti mirati senza sapere se c'è un ostacolo di cui non siamo a conoscenza. Non mi si può chiedere si stare tranquilla se non ho la situazione chiara. E secondo me, all'alba del nostro sesto tentativo, penso sia il momento di andare un po' più a fondo sulla situazione.
Vi sembrerò estrema, ma credo che questa è una sensazione di disagio che la si può capire solo se la si è vissuta o la si sta vivendo. Poi non so, io sono sempre stata un po' sensitiva, Diciamo che il mio sesto senso, il mio gut, non mi ha mai tradito. E purtroppo, non ho un bel presentimento. Ma spero con tutto il cuore di sbagliarmi.

Colgo l'occasione per dirvi che mi farebbe molto piacere se mi seguiste anche tramite bloglovin'. devo mettere il claim, sennò non posso reclamare il blog ;) Follow my blog with Bloglovin

mercoledì 13 gennaio 2016

Introduzione

Il primo post di un blog è sempre il più difficile da scrivere. E' il post che descrive un po' l'intento dell'autore ed è il post che molti vanno a leggere quando si imbattono in un blog che gli interessa. O almeno è così che faccio io.
Quindi è un post importante.
Il nome che ho scelto come pseudonimo è Blueberry, senza una ragione specifica. Mi piaccio i mirtilli, e mi piace il nome che gli inglesi usano per apostrofarli.
Il nome che ho dato al blog invece ha una ragione d'essere: la seconda linea rossa è la linea che decide la tua vita. E' la linea che alcune donne temono di vedere quando fanno un test di gravidanza, magari dopo un rapporto non protetto in un momento in cui figli proprio no, non ne vogliono. E' la seconda linea che io stessa ho temuto (e tal volta sperato, non lo nascondo) di vedere in anni della mia vita in cui non ero pronta ad avere un figlio, più per un fattore economico e lavorativo che per altro. E' la linea che io (ormai a 28 anni compiuti) e tante altre donne lì fuori sperano di vedere, mese dopo mese, rapporto dopo rapporto, ciclo dopo ciclo.
E' un percorso lungo, tal volta, quello di diventare madri. A volte lo diventi senza volerlo, e a volte... devi lavorarci un po' per farlo realizzare questo sogno.
Io e mio marito abbiamo fatto le cose per gradi: siamo andati a convivere cinque anni fa, poi ci siamo sposati, quasi due anni e mezzo fa, poi abbiamo comprato casa e ora che tutto è sistemato (tutti e due lavoriamo) abbiamo deciso che era il momento di allargare la famiglia.
Così a luglio 2015 ho smesso la pillola e abbiamo iniziato a provarci.
Non vi nascondo la mia delusione quando ho avuto il ciclo, dopo il primo mese di tentativi. Certo, perchè nella mente di ogni donna che smette i contraccettivi per concepire, restare incinta è la cosa più facile della terra. Insomma! E' quello che abbiamo tentato di evitare fino a questo momento! Altrimenti a cosa si riferivano tutte le raccomandazioni di nostra madre quando ci diceva di usare sempre precauzioni e di non fare sesso non protetto (a parte non prendere malattie sessualmente trasmissibili)! Non so quante volte mi sono sentita dire da mia madre (ma non solo da lei, direi più che la società ce lo dice continuamente) che se fossi rimasta incinta troppo giovane mi sarei rovinata la vita. E gli studi? e il lavoro? Insomma, che avrei bruciato le tappe e me ne sarei giocate alcune, Quindi penso che tutte quelle che si trovano nella mia situazione (chi più giovane, chi meno giovane) abbiano seguito questo saggio consiglio, conservando il desiderio di diventare madri dentro di loro fino a che il momento e l'uomo giusto si fossero palesati.
Mentre vi scrivo, ho visto sfumare anche il nostro quinto tentativo.
Non sono ancora disperata.
Ho letto e sentito storie di coppie che ci hanno provato per anni a restare "incinti", e alla fine, chi la dura la vince! Ma non è stato facile per loro. E a me questo spaventa: il tempo. Il tempo che passa, perchè è inutile raccontarci favole. Il tempo passa per tutti, e per noi donne è una consapevolezza più dura da digerire. Ciò non toglie che anche gli uomini invecchiano e anche loro hanno la loro parte di problemi... Ma va bene, ci sarà tempo per approfondire tutti questi argomenti nei prossimi post.

Io intanto ho deciso di aprire questo blog per me, in primis, ma anche per tutti coloro che come me e mio marito desierano una gravidanza, un figlio, e stanno lottando per averlo.
Perchè ho deciso di aprire il blog ora?
Perchè ho bisogno di un posto mio dove sfogarmi. Perchè in questi cinque mesi me le sono sentite dire di cotte e di crude ma nessuno ha mai davvero capito cosa provassi quando vedevo quella finestrella restare inesorabilmente bianca dove doveva apparire la seconda linea rossa. E penso che solo chi ci passa ogni mese o ci è passato può capire la delusione che si prova. La sensazione di impotenza davanti a quel bianco, quando sei consapevole di aver fatto davvero tutto quello che è in tuo potere per realizzare quel sogno che per altri sembra diventare realtà senza che nemmeno abbiano terminato di finire il pensiero.
Questo è il blog della nostra ricerca (mia e di mio marito), ed è il racconto di come coroneremo questo sogno.
Spero alla fine di scrivere il tanto atteso post dove vi annuncio di essere incinta. Di vedere la seconda linea rossa. Lo auguro a tutti quelli che lo desiderano con il cuore.

Benvenuti sul mio blog.